Il vaso di Talos

LETTURA D’OPERA

Dati preliminari

Autore: Pittore di Talos
Soggetto principale: La morte di Talos
Manufatto: cratere attico
Tecnica: ceramica a figure rosse
Periodo:  fine V sec a.C.
Localizzazione:  Museo nazionale archeologico, Palazzo Jatta, Ruvo di Puglia (BA), Italia.

Fotografia della parte anteriore del cratere di Talos con la scena del gigante e dei Dioscuri.
Vaso di Talos

Soggetto

Il titolo dell’opera d’arte è dovuto al personaggio principale della scena dipinta, Talos, il gigante di bronzo che proteggeva l’isola di Creta. Raffigura una narrazione della mitologia greca: dopo la spedizione per la conquista del vello d’Oro dell’ariete di Frisso, gli Argonauti, guidati da Giasone, sbarcarono a Creta dove con l’intervento di Medea provocano la morte del gigante Talos.
Il gigante  Talos, era stato posto dagli  dei a guardia dell’isola di Creta, per impedire l’approdo ai naviganti, senza il permesso del re Minosse. Anche se aveva sembianze umane, non era un uomo ma un gigante in bronzo, corazzato e invincibile, talmente grande da riuscire a percorrere l’intera isola tre volte al giorno e tanto forte da riuscire a scagliare in mare enormi macigni di pietra per tenere lontane le navi nemiche.
Era tenuto in vita da una unica vena, in cui scorreva piombo fuso, che attraversava il suo corpo. Questa vena  protetta dal bronzo era scoperta solo in un punto, vicino al calcagno, e quindi costituiva l’unico suo punto debole, la cui rottura gli avrebbe procurato la morte.
Quando gli argonauti, comandati da Giasone, dopo un lungo viaggio in mare con la nave Argo, giunsero nelle vicinanze all’isola di Creta per potervi approdare, per riposarsi e rifocillarsi, furono respinti dal gigante Talos. La maga Medea, che viaggiava con gli argonauti, con i propri poteri e una porzione magica, riuscì ad annebbiare i sensi del gigante Talos, il quale inciampando su uno scoglio, si lacerò la vena del calcagno e morì.

Particolare del cratere di Talos con la individuazione dei personaggi raffigurati.

Descrizione

Sulla facciata principale del cratere è rappresentata una scena con diversi personaggi.
Al centro prevale la figura di Talos, rappresentato come un uomo muscoloso e nudo, morente, in equilibrio instabile, con una colorazione biancastra diversa dagli altri personaggi, che invece assumono la colorazione rossastra della terracotta del vaso. Tale colorazione è funzionale alla raffigurazione del corpo bronzeo metallico di Talos.
Ai lati sono presenti due uomini  caratterizzati da vestiti accurati e testa cinta con corona d’alloro. Sono due argonauti, i Dioscuri, Castore e Polluce, riconoscibili per la presenza dei cavalli. Uno di loro sorregge il corpo esamine di Talos. I cavalli sono dinamici e visti di profilo.
All’estrema sinistra è presente un figura femminile, la maga Medea, in piedi, vestita con tunica e mantello, che con posa composta ed equilibrata tiene tra le mani un calice.
All’estrema destra sono presenti altre due figure, disposte sul piano di fondo, che assistono alla scena centrale:  una figura maschile con barba, a dorso nudo, una corona sulla testa e il tridente in mano, che corrisponde al dio del mare Poseidone, e una figura femminile la dea Anfitrite; entrambi protettori dell’isola di Creta. Distesa, a destra in basso, una figura femminile sembra fuggire, e rappresenta la personificazione dell’isola di Creta, impaurita dalla perdita di Talos, suo custode.
Sullo sfondo sono rappresentati elementi di vegetazione.

Elementi del linguaggio visivo ed espressività.

La composizione, con i due Dioscuri che inquadrano al centro Talos, è simmetrica ma non rigida, come mostrano le varianti nelle posizioni delle figure. Questo rende più viva la scena. Le figure sono dinamiche.
La linea sottile è utilizzata per rappresentare i tratti fisionomici e la resa dei particolari dei personaggi che si staccano dallo sfondo nero;  a volte grazie al diverso spessore, la linea riesce a dare un senso di rotondità agli elementi, come nel caso della muscolatura di Talos. L’artista, con la rappresentazione del gigante nudo, denota buone conoscenze anatomiche e naturalismo di rappresentazione.  I personaggi rappresentati sono ben proporzionati con rappresentazione naturalistica anche se stilizzata degli elementi anatomici.
Le figure sono piatte, senza chiaroscuro, ma rappresentate con un certo naturalismo in varie pose: di profilo, di tre quarti, con gesti espressivi. Nella figura di Talos il pittore usa abilmente lo scorcio  e l’espressività del viso. Il volto e la posa di Talos esprimono senza dramma lo stato esamine.
Le figure sono rappresentate in pose dinamiche ed equilibrate, anche intrecciate,  su diversi piani di profondità.

Tecnica

Il manufatto, un grande vaso in ceramica realizzato al tornio, è un cratere, con manici a forma di volute, usato in genere nei banchetti per mescere il vino. La parte superiore del collo del vaso è decorato da un motivo continuo a “palmette”.  Lo stile decorativo  è “a figure rosse su sfondo nero” che si realizza dipingendo lo sfondo con un tipo di vernice argillosa che una volta cotta assume la colorazione nera. Le figure invece vengono lasciate del colore della terracotta (rosso). I dettagli sono eseguiti dipingendo, con un pennello, linee sottili nere  con una vernice più diluita. Infine il vaso viene cotto in apposite fornaci, a temperatura sopra gli 800 °C, dove il tempo e il tipo di cottura (in presenza o in assenza di ossigeno) completano il risultato finale voluto.

Contesto e funzione.

Il vaso di Talos  testimonia l’esistenza a Ruvo di Puglia di contatti commerciali con la Grecia antica con l’importazione di vasi corinzi ed attici giunti, attraverso gli approdi sulla costa adriatica, tra il VI e V sec. a.C.. Tali vasi, considerati veri e propri oggetti preziosi, venivano spesso usati come corredo funerario nelle sepolture di ricchi e importanti personaggi del territorio, così come avveniva nelle tombe etrusche.
Il vaso doveva far parte del corredo funerario di una sepoltura antica, così come molti altre reperti rinvenuti nel corso della fine del XVIII nelle necropoli sparse nel territorio della città di Ruvo di Puglia. Purtroppo i ritrovamenti sono avvenuti in modo clandestino ad opera di profanatori di tombe, che scavando senza un criterio archeologico, si sono interessati soltanto di trafugare gli oggetti più preziosi, per poi venderli clandestinamente, distruggendo il sito storico del ritrovamento.
Il vaso di Talos costituisce il pezzo più rinomato della pregevole collezione di vasi antichi della famiglia Jatta conservata nel prestigioso museo nazionale archeologico di Ruvo di Puglia.

Fonti bibliografiche e sitografiche.

G. Andreassi, Jatta di Ruvo. La famiglia, la collezione, il museo nazionale, Bari 1996.
Ada Riccardi, Il museo nazionale Jatta, Guida alla visita, MiBAC Puglia.
AA.VV., In viaggio con Clio alla scoperta del museo Jatta, SMAV Scuola mediterranea  arti visive, 2017.
http://www.palazzojatta.org/il-museo-nazionale/
https://musei.puglia.beniculturali.it/musei/museo-archeologico-nazionale-jatta/
https://www.treccani.it/enciclopedia/pittore-di-talos_%28Enciclopedia-dell%27-Arte-Antica%29/


Mappa concettuale – Arte greca – Ceramica e pittura vascolare

Mappa concettuale: arte greca - ceramica e pittura vascolare.

icona video

Collegamento a video – Ceramica greca – pittura a figure nere e a figure rosse.
Fonte : Pittura a figure nere e a figure rosse, video Zanichelli, Un mondo a colori, pubblicato si YouTube [ https://www.youtube.com/watch?v=zlRa57uFGVc], accesso a marzo 2020.